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Trento, 16 febbraio 2005 La pretesa di regolare la consistenza di una specie attraverso prelievi cosiddetti selettivi si è spesso dimostrata del tutto inutile ed ha talvolta rappresentato l’anticamera della sparizione della specie stessa dal territorio. Il suggerimento – formulato da un esperto di parte, direttore di un periodico dei pescatori – sulla base del quale la Provincia intenderebbe far abbattere un certo numero di cormorani presenti su alcuni laghi e torrenti è inaccettabile sotto diversi profili. Anzitutto la proposta del dott. Betti confligge con un parere – anche questo commissionato dalla Provincia – di un altro esperto e studioso del Museo di scienze naturali, parere che esclude che i cormorani possano compromettere la fauna ittica trentina. In secondo luogo, senza mettere in discussione la competenza di chicchessia, è perlomeno inopportuno basare la decisione su un parere di parte: il conflitto di interessi non esiste più ? In terzo luogo, ove interventi selettivi di questo tipo sono stati attuati – ad esempio in Austria – non sono affatto serviti a stabilizzare la popolazione dei cormorani su un numero inferiore di esemplari. Dopo poco tempo il territorio è stato nuovamente colonizzato. Si dovrebbe dunque mettere nel conto un prelievo continuo di uccelli che appartengono in ogni caso ad una specie non cacciabile, inserita nell’allegato II della Direttiva Uccelli, tutelata perché considerata specie a rischio. Ci auguriamo che il Presidente Dellai si astenga dall’autorizzare l’ennesima inutile strage di animali tutelati, nell’interesse di pochi pescatori ed in danno di tutto l’ecosistema.TESTO ARTICOLI |
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